Le Castagne

Le castagne sono il frutto simbolo della stagione autunnale, non dovrebbero mai mancare sulle nostre tavole, quindi armatevi di scarponcini e via per i boschi a caccia di castagne! Io ci sono stata lo scorso weekend e la racconta è stata molto proficua!

La pianta è il Castagno che appartiene alla famiglia delle fagacee, è una pianta arborea con chioma espansa e rotondeggiante, la cui altezza può variare dai 10 ai 30 metri. I castagni sono alberi molto longevi, possono diventare plurimillenari. I fiori maschili sono riuniti in piccoli glomeruli lunghi 5 – 15 cm, mentre i fiori femminili sono isolati o riuniti in gruppi di 2-3. Il frutto è la castagna di colore marrone, liscio e lucido con striature più o meno marcate all’esterno e rugosa all’interno. La forma è più o meno tondeggiante con un lato appiattito detto pancia, e uno convesso detto dorso, il polo apicale termina in un piccolo prolungamento frangiato detto torcia, mentre il polo prossimale detto ilo, si presenta leggermente appiattito e di colore grigiastro. Il riccio, l’involucro spinoso, può contenere fino a tre castagne, quando è maturo si apre dividendosi in quattro valve.

Le sue origini. Non si conoscono le origini precise del castagno, ritrovamenti di reperti fossili attestano che l’albero dovrebbe derivare da un ceppo originatosi circa 10 milioni di anni fa diffuso in Asia, in Europa e nelle Americhe. In Europa la massima diffusione ebbe inizio con i Greci, fu ampliata dai Romani e proseguì ininterrottamente nel corso del Medioevo. In tale periodo fu chiamato “l’albero del pane” per l’importanza nutrizionale dei suoi preziosi frutti, che ricchi di amidi venivano consumati dai più poveri in sostituzione al pane. Un forte incremento della coltura si ebbe tra 1500 al 1800, sempre molto utilizzato nell’alimentazione e non solo. Nel Novecento la castanicoltura italiana si evolve e continua a mantenere un ruolo strategico per la sopravvivenza di una larga fascia di popolazione della montagna italiana. Oltre a soddisfare un consistente consumo nazionale, la castagna divenne oggetto di una vivace commercializzazione sia sui mercati europei che d’oltreoceano. Dopo questo prosperoso periodo, nella seconda metà del Novecento la castanicoltura ha manifestato una notevole crisi, determinata da molteplici fattori, quello più determinante è stato lo sviluppo industriale che ha spinto la popolazione di montagna ad abbandonare le campagne e le colture, quindi le cure e le attenzioni verso i castagneti.

In cucina. Le castagne di solito si consumano da sole soprattutto arrostite (caldarroste), cotte al forno, lesse o candite (marron glacè). Ma invece sono un prodotto molto versatile che si può utilizzare per preparare ricette stuzzicanti e inconsuete sia salate che dolci. Possono essere impiegate per preparare le zuppe, le vellutate (vellutata di castagne, patate e pancetta croccante), minestre (minestra di lenticchie e castagne), primi (paccheri ai funghi porcini, guanciale e castagne), per farcire la carne come il coniglio ripieno alle castagne, la faraona ripiena di castagne con salsa al melograno, per farcire le insalate e anche per preparare degli sfiziosi antipasti come crostino di lardo e castagne.

Si possono preparare anche deliziosi dolci come il castagnaccio un dolce tipico toscano realizzato con farina di castagne, pinoli, uvetta e scorza di arancio, si può preparare anche la crema di castagne, mousse al cioccolato con sfoglia di castagne, strudel alle castagne, crostata di castagne e cioccolato.

Come cuocere le castagne. Si possono cuocere in diversi modi e il tempo di cottura varia in base alla modalità: le caldarroste si preparano cuocendole direttamente sul fuoco, all’interno di un’apposita padella bucherellata. Le castagne al forno si possono cuocere in teglia a 200°C per circa 30 minuti. Bollite vanno cotte in acqua bollente per circa 30 minuti, lasciandole prima in ammollo per qualche ora. Se intendete cuocerle al vapore, aggiungete nell’acqua di cottura dell’olio, che favorirà il distacco della pellicina per circa 30 minuti. In tutti i casi, sarà necessario incidere la buccia delle castagne con un taglio longitudinale con l’aiuto di un coltello per facilitarne la cottura.

La Stagionalità. In Italia la fioritura del castagno avviene a giugno e la fruttificazione da fine settembre a dicembre. Le varietà presenti in Italia sono moltissime, circa trecento, tra le più rinomate troviamo le varietà dei marroni.

Ma che differenza c’è tra castagna e marrone? In sintesi la castagna è il frutto del castagno selvaggio: ogni riccio ne contiene tre, mentre il marrone proviene da alberi coltivati e sempre migliorati con successivi innesti, ogni riccio contiene normalmente un solo frutto. Il marrone ha rispetto alle castagne un sapore più dolce e più profumato, una pezzatura maggiore ed è protetto, sotto la buccia, da una sottile pellicina che può essere asportata senza difficoltà mentre la castagna è coperta da una pellicina aderente che la riveste penetrando nella polpa.

Come capire se sono buone? Quando acquistate le castagne o dopo averle raccolte, controllate che la buccia sia integra e lucida, senza spaccature, al tatto deve apparire soda, con il guscio che non cede se fate pressione con le dita. Se sono raggrinzite sono vecchie, mentre se ci sono dei forellini, significa che sono state attaccate dai parassiti.

Come si possono conservare? Le castagne possono essere messe a bagno in acqua per qualche giorno, poi asciugate si possono conservare in luogo fresco e asciutto per un paio di mesi. Possono essere anche surgelate crude, per un bel po’ di tempo, dando così la possibilità di mangiarle tutto l’anno. Oppure possono essere conservate in frigorifero per un mese e mezzo circa a +2 o +3° C.

Le migliori castagne made Italy arrivano da sei località: Cuneo (Piemonte), Combai(Veneto), Marradi (Toscana), Vallerano (Lazio), Montella (Campania, zona dell’avellinese), Roccaspide (di nuovo Campania, zona del Cilento).

Proprietà nutrizionali. Grazie all’alto contenuto di fibre, le castagne hanno un elevato potere saziante e possono essere consumate a fine pasto per favorire il senso di sazietà. Inoltre, le fibre rallentano l’assorbimento dei nutrienti e aiutano a regolare i livelli di zucchero e colesterolo nel sangue. Sono ricche di carboidrati complessi, pertanto possono sostituire una porzione di cereali o pane. La presenza di amidi e zuccheri semplice le rende un’ottima fonte di energia, sono ricche di folati, vitamine del gruppo B che non devono mai mancare.

ROOM4DESSERT – Will Goldfarb

Questa estate sono stata a Bali, un’isola meravigliosa dove se passerete da Ubud non potrete non fare una sosta al ROOM4DESSERT: è il primo ristorante di solo dessert, di Will Goldfarb.

Will è uno dei migliori pasticceri al mondo e tra i dieci top d’America. E’ stato il primo pasticciere che ha messo il dolce al centro del menu, definito avanguardista e visionario ha dato alla pasticceria un nuovo modo di pensare e vedere il dessert con piatti innovativi, pensati e ricercati.

Ci tenevo tanto ad andare al suo ristorante e così è stato! Ho avuto anche la fortuna di incontrarlo così abbiamo scambiato due chiacchiere, è una persona molto disponibile e gentile. Rispetto all’inizio ha cambiato un po’ la formula, oltre al menu di dolci, 7 portate che spaziano tra mousse, meringhe, frutta fermentata, il menu propone anche 7 entrée salati molto particolari ma gustosi e infine altri 7 mini dessert, il tutto abbinabile ad una degustazione di cocktail alcolici o analcolici.

E’ stato un viaggio sensoriale incredibile, che è iniziato dalla visita del suo giardino tra erbe aromatiche, medicali, vegetali, per poi entrare nelle sale eleganti ma sobrie con un’atmosfera delicata e rilassata, arrivando ai piatti. Tutti con ingredienti locali e freschi: caffè, zucchero, vaniglia, cannella, cioccolato, cocco per un pasticciere credo sia davvero il miglior posto in cui lavorare.

Tra i suoi piatti più iconici che ho assaggiato c’è:

Red: mousse arancia, lime e mangostano (frutto locale) e meringa con Rosella (è un frutto locale) e granita di anguria.

Incidente Stradale: è un tiramisù rivisitato con Jamu (concentrato di curcuma e zenzero), crema di caffè, meringa all’aceto di cocco, Snakefruit (frutto di palma locale che ricorda la nostra nespola) tè nero, siero di latte chiarificato.

 

Grilled Papaya: papaia alla griglia con latte di cocco bruciato, frutto della passione, jamu, curcuma e menta.

Strawberry: gelatina di fragola, buccia di latte, budino di riso con meringa surgelata alla magnolia, rosa, ibisco (fiore locale) e assenzio.

Whiskey Torture, Turgenev: mousse di arak (liquore all’anice), meringa al limone, ananas grigliato.

Apple cookie: biscotto di mela con crema frangipani, nocciola, agrumi.

Bubbles and Islands: meringa in camicia, glassa alla cannella e spuma al cioccolato, gel al lime, biscotti della mamma Bandrek (miscela di acqua di zenzero, zucchero di palma e cannella).

Grazie per questa esperienza unica @willgoldfarb

Grazie a tutto lo staff di @r4d_room4desser

English version

This summer I was in Bali, a wonderful island where if you pass through Ubud you can not miss a stop at ROOM4DESSERT: it is the first dessert-only restaurant, by Will Goldfarb.

Will is one of the best pastry chefs in the world and among the top ten in America. He was the first pastry chef to put dessert at the centre of the menu. Defined as an avant-garde and visionary, he has given pastry a new way of thinking and seeing dessert with innovative, thoughtful and sophisticated dishes.

I really wanted to go to his restaurant and I did! I was also lucky enough to meet him so we had a chat, he is a very helpful and kind person. Compared to the beginning, he has changed the formula a little, in addition to the dessert menu, 7 courses ranging from mousses, meringues, fermented fruit, the menu also offers 7 very special but tasty savoury entrées and finally another 7 mini desserts, all of which can be combined with a tasting of alcoholic or non-alcoholic cocktails.

It was an incredible sensory journey, starting with a visit to its garden among aromatic, medicinal and vegetable herbs, then entering the elegant but sober rooms with a delicate and relaxed atmosphere, and arriving at the dishes. All with local and fresh ingredients: coffee, sugar, vanilla, cinnamon, chocolate, coconut for a pastry chef I think it is really the best place to work.

Some of the most iconic dishes I have tasted include:

Red: orange, lime and mangosteen mousse (a local fruit) and meringue with Rosella (a local fruit) and watermelon granita.

Traffic Accident: it’s a revisited tiramisu with Jamu (turmeric and ginger concentrate), coffee cream, coconut vinegar meringue, Snakefruit (local palm fruit reminiscent of our loquat) black tea, clarified whey.

Grilled Papaya: grilled papaya with burnt coconut milk, passion fruit, jamu, turmeric and mint.

Strawberry: strawberry jelly, milk peel, rice pudding with frozen magnolia meringue, rose, hibiscus (local flower) and absinthe.
Apple biscuit: apple biscuit with frangipani cream, hazelnut, citrus.

Whiskey Torture, Turgenev: arak (anise liqueur) mousse, lemon meringue, grilled pineapple.

Bubbles and Islands: poached meringue, cinnamon frosting and chocolate mousse, lime gel, Bandrek mum biscuits (mixture of ginger water, palm sugar and cinnamon).

Thank you for this unique experience @willgoldfarb

Thanks to all the staff of @r4d_room4desser

E’ tempo di fave!

Le fave_atavolaconlupentola ok 2Le fave, teneri legumi che si possono mangiare anche crude, arricchiscono la nostra cucina in primavera! Sono tipiche di questa stagione e sono così versatili che si possono preparare in tanti modi, dando vita a ricette gustosissime. Con pochi grassi e calorie sono l’alimento ideale per diete ipocaloriche.

La fava è una pianta che appartiene alla famiglia delle Leguminose, è di colore verde-grigiastro, sviluppa numerose ramificazioni laterali e può arrivare anche ad un metro di altezza. Le foglie sono a forma ellittica, leggermente vellutate, il baccello è lungo circa 30 cm, le sue parti interne sono ricoperte di materia spugnosa per proteggere ed avvolgere i semi. Ci possono essere da due a dieci semi, che sono la parte edibile della pianta.

Le sue origini. Le fave è uno dei legumi più antichi, infatti era già note nell’età del bronzo nei Paesi asiatici. Da lì arrivarono ad influenzare l’alimentazione di egiziani, perfettamente conosciute ai tempi dell’antica Grecia e non mancavano mai sulle tavole dei Romani, tanto che una delle famiglie più importanti nella storia di Roma, i Fabi, presero il nome proprio dalla fava, chiamata “faba”. Attualmente i maggiori produttori di fave sono Germania, Italia e Cina.

In cucina. Come tipico dei legumi, le fave mostrano una certa versatilità nella conservazione, per cui possono essere reperibili fresche, congelate ed essiccate. A differenza di altri legumi però, le fave hanno il vantaggio di poter essere mangiate fresche e crude, appena raccolte: un vantaggio dal punto di vista del sapore e delle proprietà nutritive che non vengono distrutte dalla cottura.

Il loro sapore è inconfondibile, un gusto deciso che si abbina a svariati ingredienti. Se si sceglie di mangiare le fave fresche e crude, questo possono essere accompagnate da formaggi come il pecorino, da salumi come la pancetta affumicata e fungere da buon antipasto primaverile! Invece con le fave cotte si possono realizzare condimenti molto gustosi per paste e torte salate, si possono consumare come contorno realizzando un buon purè, oppure possono arricchire zuppe e minestroni insieme ad altre verdure e legumi. Le fave secche private del tegumento, devono esser bollite senza ammollo preventivo e si ammorbidiscono fino a diventare un purè, solitamente vengono accompagnate da verdure come la cicoria. Le fave secche con guscio, invece, prima della cottura vanno messe in ammollo per almeno 16 ore.

La modalità di cottura che io preferisco è quella delle fave in umido. Dopo aver soffritto olio e cipolla per un paio di minuti, unisco le fave fresche e crude con un bicchiere d’acqua calda e le faccio cuocere per circa 15 minuti a fuoco basso e con un coperchio. A volte aggiungo della pancetta per renderle più gustose.

La stagionalità. La primavera è la stagione durante la quale le fave maturano, per cui i mesi di maggio e giugno sono quelli in cui si possono trovare fresche. Sul mercato si possono trovare diverse varietà, le più comuni sono: la Baggiana con baccello corto, largo e semi grossi e schiacciati; la Aguadulce supersimonia con baccelli lunghi e semi grossi dal colore verde brillante e dal sapore delicato; la Superaguadulce con semi grossi verde chiaro. Tenete presente che hanno uno scarto molto elevato, per ottenere 250 grammi bisogna acquistarne almeno un chilo.

Per la scelta delle fave bisogna valutare il baccello, deve essere verde brillante, lucido, duro e croccante, rompersi alla pressione con uno schiocco. Le fave, a differenza dei piselli, si deteriorano subito, quindi è facile distinguere quelli fresche. Trattandosi di un legume molto delicato, le fave non possono rimanere troppo tempo in frigo, massimo due o tre giorni dopo si anneriscono e si rovinano. Per questo bisogna consumarle subito oppure è meglio congelarle.

Proprietà nutrizionali. Le fave, ricche di proteine, fibre e povere di grassi, hanno proprietà diuretiche ed energizzanti, ideali per un regime alimentare ipocalorico. Nelle fave è presente un amminoacido chiamo L-dopa che pare abbia la proprietà di alzare la concentrazione di dopamina nel cervello. La presenza di fibre è utile a ridurre il tasso di colesterolo cattivo nel sangue, proteggendo arterie e cuore da patologia cardiovascolari, inoltre facilitano l’eliminazione di tossine e scorie. La vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro, contengono anche zinco che supporta la crescita e lo sviluppo ormonale e ferro per rafforzare il sistema immunitario. In gravidanza, le fave favoriscono un importante apporto di folati, da cui deriva l’acido folio, sostanza molto importante per il corretto sviluppo del feto.

 

 

Torta di fave e formaggio cremoso

torta di fave_atavolaconlupentola ok 2Le torte rustiche sono pietanze originali e creative, si possono farcire con diversi ingredienti e sono perfette per ogni occasione. Queste belle giornate primaverili invitano ad organizzare picnic fuori porta o spuntini veloci per godersi momenti di relax. Vi propongo questa ricetta gustosa ma veloce da preparare: torta di fave e formaggio cremoso, impreziosita dalla pancetta affumicata, un piatto genuino dal sapore speciale!

Ingredienti

Pasta sfoglia 2 confezioni rettangolari

Fave fresche 500 gr

Formaggio cremoso o formaggio Philadelphia 240 gr

Pancetta affumicata 80 gr

Semi di sesamo 1 cucchiaio

Tuorlo n.1

Formaggio parmigiano 50 gr

Sale q.b

Pepe q.b.

Olio extra vergine d’oliva q.b.

Scalogno n.1

Preparazione

Sbucciate e lavate le fave, per quelle più grandi consiglio di levare la pellicina verde esterna per lasciare un sapore più tenero. In un pentolino profondo cuocete le fave con un giro d’olio, dello scalogno ed un bicchiere d’acqua per 10 minuti. Dopo averle fatte raffreddare un pò, aggiungete la pancetta, il formaggio, il parmigiano, sale e pepe, frullate tutto fino ad ottenere un composto cremoso. Trasferite il composto cremoso in una sacca a poche con bocchetta liscia dal diametro 10/12 mm.

Srotolate su un piano da lavoro un rettangolo di pasta sfoglia e suddividetelo in quattro strisce uguali, tagliandole dal lato più lungo. Dalla sacca a poche spremete al centro di ogni striscia il composto cremoso e richiudete la striscia, sovrapponendo i lembi, procedete in questo modo anche con il secondo rotolo di sfoglia. Disponete le strisce in una teglia dal diametro 28/30 cm arrotolate a spirale una dietro l’altra, cercando di non schiacciarle troppo l’una all’altra, altrimenti all’interno la pasta sfoglia non si cucina bene. Spennellate la superficie con il tuorlo, spolverizzate con i semi di sesamo e cuocete in forno preriscaldato a 200° per 30 minuti circa, finché la torta di fave non risulta gonfia e dorata.